Da oggi dedichiamo una sezione del nostro Blog alle vostre storie. Raccontatevi. Parlateci di coraggio e di sfide vinte.
In questi due anni abbiamo incontrato tante persone, tante storie… ci siamo rese conto che molte/i hanno affrontato lungo il cammino sfide importanti, di varia natura.
Così è nata l’idea di aprire uno spazio a chi desidera raccontarsi: siete libere/i di inviarci via mail il vostro contributo, una testimonianza di coraggio e di voglia di farcela.
Qui vi raccontiamo qualche caso eclatante. Lo facciamo per “ispirazione”, non certo perché tutti dobbiamo o possiamo essere artisti. Ognuno di noi tuttavia può essere fonte di ispirazione per altri. Come dice il termine ubuntu, sono perché siamo.
Abbiamo selezionato alcune figure femminili, ma il nostro invito è rivolto naturalmente anche agli uomini. Pubblicheremo con piacere le vostre storie di coraggio; proviamo ammirazione ed empatia per chi ha il coraggio di essere se stesso e vivere libero da pregiudizi.
Ora vi intratteniamo con alcune icone femminili che dimostrano come ognuno sia dotato di luce propria. Donne forti, libere di esprimersi, anticonformiste, introspettive, lungimiranti, vissute in epoche e contesti incoerenti con le loro visioni e il loro stile di vita.
Rivoluzionarie, con personalità diverse; accomunate dalla stessa forza e determinazione, hanno sfidato le correnti delle convenzioni sociali e sono eredi di una tradizione di coraggio e di passione.
Marlene Dietrich
Marie Magdalene aveva un’immagine da femme fatale, dominatrice e trasgressiva, altera e fiera. In realtà era esplicitamente bisessuale.
La abbiniamo sempre al mitico film “L’angelo azzurro” ma unico rimase il party a cui si presentò in un abito di chiffon bianco con piume che le ricoprivano la metà del corpo e una testa di cigno appoggiata sul seno, accompagnata dalla sua amante vestita da “Dietrich”, ossia con cilindro e frac. Stiamo parlando della prima metà del Novecento…
Tamara de Lempicka
“Dea dagli occhi di acciaio nell’era dell’automobile” la definì il New York Times rifacendosi al più famoso autoritratto che la ritraeva nella sua Bugatti verde.
Era apertamente bisessuale; tra le amanti più accreditate c’era la duchessa Marika de La Salle, che aveva a Parigi un’agenzia di artisti illustratori. Alla morte il suo culto raggiunse punte di puro fanatismo; a suon di milioni di dollari, anche Madonna si aggiudicò tre o quattro dei quadri.
Zaha Hadid
Durante la sua carriera di architetto, Zaha Hadid ha spesso incontrato opposizioni e critiche a causa delle sue idee radicali, ma anche del suo essere donna in un mondo dominato dagli uomini. Grazie alla sua determinazione e al suo eccezionale lavoro, è riuscita a diventare una delle più importanti professioniste del mondo. Irachena naturalizzata britannica, i suoi capolavori l’hanno portata a vincere alcuni prestigiosi riconoscimenti. Nel 2004 è stata la prima donna a ricevere il Premio Pritzker e sei anni dopo si è classificata al 69° posto nella lista di Forbes “Le 100 donne più potenti del mondo”.
Frida Kahlo
Costretta a letto da un terribile incidente che le devastò il corpo, fece posizionare uno specchio sul soffitto così da poter continuare a dipingere, sua ragion d’essere.
I suoi autoritratti di quel periodo infrangono i tabù relativi al corpo e alla sessualità femminile. Diego Rivera, pittore e marito, dirà di lei «la prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assoluta ed inesorabile schiettezza, in modo spietato ma al contempo pacato, quei temi generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne». Frida disse “Molte volte nel dolore si trovano i piaceri più profondi, le verità più complesse, la felicità più vera”.
Simone de Beauvoir
Una delle più intellettuali più importanti di tutti i tempi.
Francese, scrittrice e filosofa, ha avuto un impatto significativo sulle lotte per la parità di genere. Invitando le donne a perseguire la propria autonomia, è stata una rivoluzionaria nel panorama culturale, lasciando eredità nell’esistenzialismo e nel femminismo.
Una delle sue citazioni sulla donne recitava: ”Mi piacciono quelle che non amano apparire a tutti costi, quelle che sanno distinguersi senza clamore. Quelle che passando in un labirinto non spaccano i cristalli per fare rumore, ma hanno l’eleganza silenziosa che sa farle passare in mezzo e uscire senza romperli. È l’uscita che apre la cena, non il chiasso iniziale“.
Aspettiamo i vostri racconti su info@viteinrosa.it